UOMO D'ACQUA DOLCE
Un film di Antonio Albanese
Per la serie "film malati" troviamo qui una chicca di Antonio Albanese. Abbiamo davanti una pellicola particolare, che và vista con un certo occhio critico, che và prima capita e poi giudicato.
A mio avviso l'idea del regista è quella di raccontare l'amore vero, quello popolare che si scontra, per forza di cose, con l'amore dell'alta borghesia, dei ricchi o presunti tali, che vivono con la costante credenza di essere superiori.
Nel suo modo malato, Albanese, ha cercato di proiettarci in un una famiglia sconvolta da un dramma, che cerca la forza di rialzarsi in tutti i modi a tal punto da aggrapparsi al primo appiglio che trova.
Certo lo scontro non è dei più cattivi, anzi! Vediamo un Albanese molto calmo e determinato, incuriosito e meschino, capace di qualsiasi gesto pur di riconquistare l'amore della sua vita.
A mio avviso l'idea del regista è quella di raccontare l'amore vero, quello popolare che si scontra, per forza di cose, con l'amore dell'alta borghesia, dei ricchi o presunti tali, che vivono con la costante credenza di essere superiori.
Nel suo modo malato, Albanese, ha cercato di proiettarci in un una famiglia sconvolta da un dramma, che cerca la forza di rialzarsi in tutti i modi a tal punto da aggrapparsi al primo appiglio che trova.
Certo lo scontro non è dei più cattivi, anzi! Vediamo un Albanese molto calmo e determinato, incuriosito e meschino, capace di qualsiasi gesto pur di riconquistare l'amore della sua vita.
Sicuramente un film leggero ma allo stesso tempo pieno di contenuti che ci porta dritti dentro una delle tante realtà della prima periferia.
Si merita senz'altro un posticino nel botteghino del piccolo squat.
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